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POLAROID: Edwin Land e la storia dell’SX-70

22 Gennaio 2021
in Fotografia, Tecnologia
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Per la maggior parte delle persone, il nome Polaroid è sinonimo di fotografia istantanea.

Fotocamere apparentemente magiche che nella metà del XX secolo potevano produrre fotografie non entro giorni o settimane, ma in pochi secondi.
Polaroid SX-70 è stata uno dei prodotti tecnologici di grande consumo più innovativi e di successo della metà del XX secolo. È stato anche, un prodotto che ha trasformato il mondo della fotografia.
In questo video condividerò con te il passato dell’SX-70, l’ascesa e la caduta di Polaroid, la vita e la carriera del suo fondatore e creatore, Edwin Land.

Da quando ho acquistato questa SX-70, mi sono interessato alla storia della Polaroid, all’invenzione della fotografia istantanea e alla carriera del suo fondatore Edwin Land. Molti associano questo nome alla fotografia istantanea, ma pochi conoscono la sua storia.

Edwin Land nasce in America agli inizi del secolo scorso. Negli anni Trenta, mentre studia fisica ad Harvard, mette a punto un foglio polarizzatore, che chiamerà polaroid. Altro non è che una pellicola di plastica con incorporati numerosi cristalli di erapatite.
Nel 1937, su suggerimento di uno degli insegnante, per proteggere la proprietà della sua invenzione, Land decide di abbandonare l’università senza terminare gli studi e fonda nel suo garage la Polaroid Corporation.

I fogli polarizzatori di Land iniziano ad essere impiegati in molti prodotti di consumo, nei filtri realizzati da Kodak e negli occhiali da sole utilizzati dai piloti americani durante la seconda guerra mondiale. Ma, Land non si ferma qui.

La storia racconta che, alla fine del 1943, durante una vacanza in Messico con la famiglia, arriva l’intuizione. Dopo aver scattato una foto alla figlia di 3 anni, Jennifer, quest’ultima gli chiese come mai non potesse vedere subito la foto scattata.
Land trascorse il resto del pomeriggio abbozzando una macchina fotografica che potesse trasformare il desiderio della figlia in realtà.

Cinque anni dopo, nel 1948, Polaroid immette sul mercato la Polaroid Model 95, una macchina fotografica in grado di sviluppare le fotografie in 60 secondi con pellicole che venivano prodotte da Kodak.

Negli anni successivi, Land lavorò per produrre una nuova fotocamera. Invece di una fotocamera ingombrante e pesante che richiedeva ai suoi utenti di staccare la pellicola al momento giusto per una corretta esposizione, questa nuova fotocamera avrebbe prodotto fotografie istantanee e auto-sviluppanti.
La cosa più rivoluzionaria? La fotocamera sarebbe stata piccola e pieghevole, per poter essere inserita in una tasca della giacca.

Polaroid in questa nuova avventura però era sola. Kodak non l’avrebbe più aiutata a produrre le pellicole perché tra le due società iniziava una rivalità. Inoltre Kodak non credeva nel progetto ambizioso di Land.

Land aveva scommesso più di mezzo miliardo di dollari in ricerca per creare il miglior sistema di fotografia istantanea, senza condurre però alcuna ricerca di mercato.
Un atteggiamento audace, probabilmente sconsiderato, ma che in seguito sarebbe diventata la filosofia di Steve Jobs al timone di Apple.

Temendo che Land avesse ragione, Kodak svolse una ricerca di mercato e nei primi mesi del ’69, in gran segreto, iniziò a sviluppare una sua pellicola istantanea in barba ad eventuali brevetti.

Nel 1972 nasce l’SX-70. Una macchina fotografica pieghevole che utilizzava il processo di sviluppo asciutto e consentiva, inoltre, di scattare immagini anche modificabili con effetti. La Polaroid SX-70 fu un successo e pare che l’azienda ne realizzasse 5000 al giorno.

Nel 1976 anche Kodak presento la sue pellicole istantanee, Kodak Instant, che a differenza delle Polaroid avevano forma rettangolare.
Si scatenò così una guerra di brevetti e cause legali che vide dopo molti anni Polaroid vincitrice e Kodak costretta a fermare la produzione di pellicole istantanee.
Alla fine degli anni ’80 Land abbandonò l’azienda e Polaroid iniziò un lungo declino anche a causa dell’avvento della fotografia digitale.

Dieci anni dopo la morte di Edwin Land, nel 2001, la Polaroid dichiarò bancarotta e nel 2008 cessò la produzione delle pellicole istantanee.

Ma come probabilmente saprai, non è la fine della storia della Polaroid perché, nel 2010, una società olandese indipendente chiamata The Impossible Project decise di acquistare una vecchia fabbrica appartenuta alla Polaroid e rilanciare la produzione della pellicola istantanea.

Grandi nomi della fotografia, come Andy Warhol e l’italiano Maurizio Galimberti, hanno documentato la loro epoca utilizzando l’SX-70.

È un oggetto bello da vedere. Il design è unico ed eccezionale. Da chiusa sta comodamente in tasca, ma una volta aperta diventa una macchina fotografica reflex istantanea.
È estremamente semplice da utilizzare e monta un obiettivo a 4 elementi, con una focale 116 mm f/8 che permette di realizzare fantastici ritratti con effetto bokeh.
Non necessita di batterie dedicate in quanto esse sono poste direttamente sul fondo del pacco pellicola che è da 8 pose.

L’SX-70 offre un’esperienza di scatto tutta particolare. L’aspetto è robusto e non plasticoso come altri modelli. Fuocheggiare cercando di collimare le due mezze lune fa rivivere gli anni ’70.

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Tags: polaroid

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